Ad Ancona l’innovativo sistema antismog viaggia sui bus di Conerobus
Scenderanno in strada, nei prossimi giorni, tre ad Ancona e uno a Jesi, i quattro autobus “mangia smog” equipaggiati con un apposito dispositivo realizzato da Ansaldo Trasporti e Agt Engineering e monitorato da l’Università la Sapienza di Roma.
Il progetto pilota, Purifygo, tradotto “Purify & Go”, ovvero “purifica e vai, sviluppato da Conerobus, la società di trasporto pubblico di Ancona e provincia, in collaborazione con le due amministrazioni comunali e finanziato dalla Regione Marche, è stato presentato questa mattina.
Mentre circolano, gli automezzi, attraverso un sistema filtrante, catturano i livelli di particolato nell’aria, con l’obiettivo di ridurre la pressione dell’inquinamento atmosferico. Si stima che, in tre mesi di sperimentazione, potranno filtrare 4,2 miliardi di litri d’aria.
Conerobus è la prima azienda di Tpl in Italia ad avviare questa rivoluzionaria sperimentazione, con un solo precedente europeo che ha riguardato la città inglese di Southampton.
“L’iniziativa – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti Guido Castelli – coniuga, con un approccio scientifico, il territorio alla sperimentazione. Ad Ancona, grazie a Conerobus, c’è una tradizione molto spinta per quanto riguarda la mobilità dolce e sostenibile. Abbiamo ritenuto quindi di sperimentare qui questo progetto, che speriamo possa diventare una buona prassi regionale e nazionale”.
Soddisfazione viene espressa da Muzio Papaveri, presidente di Conerobus, l’azienda da cui nasce l’idea della sperimentazione. “Siamo contenti – ha affermato Papaveri – che la Regione Marche abbia creduto in questo progetto. Conerobus è da sempre attenta alle ultime novità della tecnologia applicate nell’ottica di un trasporto sostenibile. Con questa sperimentazione vogliamo contribuire ad individuare nuovi ed efficaci strumenti per contrastare l’inquinamento atmosferico”.
Ogni veicolo è equipaggiato con due apparecchiature gemelle, che contengono filtri sia per PM10 che per PM2.5. I filtri di una muta sono uguali per tutti i bus, quelli della gemella variano per materiale da bus a bus. I veicoli percorreranno ciascuno un’area sempre uguale per tipologia. Al termine della sperimentazione il confronto fra i filtri uguali darà indicazioni sul livello di inquinamento delle aree percorse, quello fra i filtri diversi consentirà di scegliere i materiali più efficaci per la successiva fase industriale.
“Non ci fermeremo qui: per il futuro – ha aggiunto Filippo Ugolini, presidente della Agt Engineerin e docente all’Università La Sapienza di Roma – svilupperemo un sistema laser di bordo per il monitoraggio delle particelle, con l’obiettivo di rendere immediati, per la Regione e per Conerobus, i dati di inquinamento rilevati sul campo e nelle varie aree, oltreché rimuovere dall’ambiente le particelle intercettate”.
La sperimentazione trimestrale ha richiesto l’installazione, sul tetto dei bus, del dispositivo “Hardust”, realizzato da Ansaldo Trasporti: sostanzialmente un cassonetto in alluminio che contiene due gruppi di due filtri indipendenti ciascuno per la raccolta delle Pm10 e delle finissime Pm2.5. Il sistema è capace di filtrare 486 mila litri di aria all’ora. Considerando il funzionamento effettivo di ciascun mezzo per 12 ora al giorno, in tre mesi i quattro automezzi saranno in grado di “setacciare” i 4,2 miliardi d’aria stimati. I dati verranno monitorati dal Centro di controllo dell’Agt Engineering, di concerto con l’Università la Sapienza di Roma, attraverso due datalogger installati all’interno dei bus e dotati di scheda sim. Saranno organizzati in grafici su base giornaliera e trasmessi a Conerobus ogni 15 giorni. Al termine del trimestre di sperimentazione, verranno estratti i filtri e il livello di particolato confrontato con la quantità di aria trattata. I risultati ottenuti verranno inviati alla Regione Marche per studi e valutazioni. L’obiettivo è testare l’efficienza del sistema per poi, eventualmente, estenderlo sul territorio.