Ad agosto Misery Index Confcommercio in calo
Il Misery Index Confcommercio di agosto 2024 si è attestato a 9,4, toccando il livello più basso dall’inizio della serie storica, in flessione di otto decimi di punto su luglio. Il dato è sintesi di una riduzione della disoccupazione estesa, scesa al 6,8%, e di un rallentamento del tasso di crescita dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto. Il risultato è anche intuitivo visto che mai negli ultimi 17 anni si è osservata in Italia un’accoppiata tra un’inflazione attorno all’1% e un tasso di disoccupazione estesa sotto il 7%.
Ad agosto, sulla base delle risultanze della rilevazione continua sulle forze di lavoro, si registra un aumento di 45mila occupati sul mese precedente associato a una flessione quasi analoga, -46mila unità su luglio, delle persone in cerca di lavoro. Queste dinamiche hanno portato a una riduzione del tasso di disoccupazione ufficiale sceso al 6,2%, livello che non si raggiungeva da settembre 2007. In linea con quanto rilevato nei mesi più recenti, a questi andamenti si è associata una crescita degli inattivi. Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state poco più di 23,8 milioni, a cui si sommano oltre 543mila ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG e FIS effettivamente utilizzate questi dati hanno comportato una contenuta riduzione, su luglio, in termini di unità di lavoro standard destagionalizzate. Il combinarsi di queste dinamiche ha determinato un ridimensionamento anche del tasso di disoccupazione esteso sceso al 6,8%.
È proseguita, anche nei mesi estivi, la tendenza al rientro dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto che ad agosto hanno mostrato una variazione su base annua dell’1,1%, in diminuzione di sette decimi di punto su luglio. Il processo di rientro dovrebbe essere continuato anche a settembre, mese nel quale le stime preliminari indicano una variazione dei prezzi su base annua dell’aggregato di riferimento dello 0,6%.
Il quadro d’insieme si conferma, pertanto, ancora positivo in termini di riduzione dell’area del disagio sociale calcolata secondo la metrica del MIC. Le cautele in termini prospettici nascono dalle difficoltà di trasmissione del miglioramento della condizione reddituale delle famiglie, certificata anche dai dati dell’Istat, derivante dall’aumento dell’occupazione e dall’attenuazione dell’inflazione, alla domanda per consumi. Il permanere di una situazione di debolezza della domanda interna, associata ad una domanda estera in difficoltà, rischia di frenare le dinamiche del mercato del lavoro innescando una pericolosa spirale di deterioramento dell’area del disagio sociale e delle prospettive di crescita.