Acer annuncia la partnership con il neonato team esport femminile: LXT Esports. La squadra, composta da cinque ragazze, è la prima a competere a livello nazionale e internazionale su Valorant. Acer in particolare supporterà le ragazze con i più potenti device della gamma Predator, il brand dedicato agli hardcore gamers, dotati di processori Intel Core, che arricchiranno la gaming house LXT presto in arrivo a Milano.
La scelta di Acer di sponsorizzare un team interamente femminile nasce dalla volontà di continuare a supportare e sostenere le donne nella tecnologia, in particolare nel gaming, in cui si registrano numeri in costante crescita nello scenario italiano. Infatti, secondo il rapporto sul settore dei videogiochi recentemente pubblicato da IIDEA, nel 2022 sono oltre 14,2 milioni gli italiani che videogiocano, e di questi le donne rappresentano il 42%, con un’età media pari a 30,6 anni. Se da una parte questi numeri sono incoraggianti, dall’altra, altre ricerche condotte sui videogiocatori professionisti mettono in evidenza che tante donne non si sentono rappresentate e considerate alla pari degli uomini.
“Gaming e esport sono per loro natura molto inclusivi – afferma Diego Cavallari, Country Manager di Acer Italy – perchè permettono di superare barriere geografiche e fisiche che caratterizzano gli sport tradizionali. Siamo entusiasti di supportare fin dalla nascita il nuovo team LXT esport, tutto al femminile, con l’obiettivo di ridurre sempre di più il gender gap in questo ambito”.
“Crediamo fermamente in questo progetto e nel ruolo fondamentale delle donne nel gaming e negli esports – aggiunge Arianna Timeto, Consumer Marketing Manager di Acer Italy – in particolare su questa tematica riteniamo che le aziende debbano rivestire anche un ruolo sociale: attraverso le attività e campagne di comunicazione infatti possono dare il loro contributo e aiutare ad abbattere gli stereotipi, normalizzando la presenza e il valore aggiunto delle donne”.
“LXT Esports è competizione, è gioco, ma soprattutto un progetto di valore” commenta Roberto Daverio, Presidente di LXT Esports. “La mission di LXT è infatti quella di creare una vera cultura di impresa dell’esport, favorendo connessioni e sinergie sostenibili con il mondo delle aziende che vogliono affacciarsi in questo nuovo spazio, creando un sistema di membership che porti contenuti innovativi legati a temi di formazione, educazione, inclusione e sostenibilità. Acer ha subito condiviso i nostri stessi valori e grazie al supporto fornito per la gaming house, il nostro team di esportive potrà competere ai massimi livelli grazie alle performance dei prodotti Predator”.
Quest’anno le ragazze di LXT competono a Game Changers, torneo ufficiale di Valorant, organizzata da Riot che sostiene la community femminile di gamer. “Anche in Riot crediamo fermamente che le donne nel gaming abbiano bisogno di più spazio per farsi vedere – afferma Carlo Barone, Brand Manager di Riot Italy – con Game Changer e l’attività italiana a esso connessa le Minerva Series, abbiamo voluto creare un palcoscenico a loro dedicato, nella speranza che si converta nella giusta opportunità di visibilità. Riot da sola non basta, continua Barone, abbiamo bisogno di realtà che credano nel gaming femminile e aziende che vogliano metterci le risorse per concedergli il giusto risalto. In questo senso non possiamo far altro che applaudire alla collaborazione di Acer e LXT Esport, nella speranza che altri vogliano presto seguire questo ottimo esempio”.
La partnership è stata annunciata ufficialmente venerdì 21 aprile, nel contesto del Fuorisalone di Milano Design Week, presso Spazio Filippetti, dove andava in scena la mostra “Il design nei videogame” a cura di Intel. Durante la giornata workshop condotta da Elisa Baldi, Country Marketing Manager di Intel, focalizzata sul valore e ruolo delle donne in ambito gaming, che ha visto come ospiti Acer, LXT Esport, IIDEA e Women in Games Italia, è emerso un dato importante: secondo una ricerca internazionale le bambine e le ragazze che si approcciano ai videogiochi hanno una probabilità tre volte superiore* di avvicinarsi e intraprendere una carriera in materie STEM, da sempre considerate retaggio di uomini. Con ben il 25,9% delle videogiocatrici di età compresa tra i 6 e i 15 anni, c’è la concreta possibilità che le nuove generazioni si affaccino più facilmente a materie scientifiche.