Nel mese di settembre 2019, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registri una diminuzione dello 0,6% su base mensile e un aumento dello 0,3% su base annua; la stima preliminare era +0,4%.
La lieve decelerazione dell’inflazione è dovuta principalmente all’ampliarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati e al rallentamento della crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti e in misura minore dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati; accelerano, invece, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e registrano un calo meno marcato quelli dei Beni durevoli.
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera lievemente da +0,5% a +0,6%, mentre quella al netto dei soli beni energetici rimane stabile a +0,6%.
La diminuzione su base congiunturale dell’indice generale è dovuta essenzialmente al calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, per lo più ascrivibile a fattori stagionali.
L’inflazione decelera per i beni, mentre accelera per i servizi; il differenziale inflazionistico rimane positivo e pari a +1,1 punti percentuali.
L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,6% sia per l’indice generale che per la componente di fondo.
Sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano una crescita dello 0,4%, prossima, in entrambi i casi, a quella riferita all’intero paniere.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dell’1,4% su base mensile, a causa della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e dello 0,2% su base annua; la stima preliminare era +0,3%.