A settembre fatturato dell’industria in calo
A settembre si stima che il fatturato dell’industria al netto dei fattori stagionali diminuisca in termini congiunturali del 3,2%, interrompendo la dinamica positiva registrata nei quattro mesi precedenti. Nella media del terzo trimestre l’indice complessivo è aumentato del 33,4% rispetto al trimestre precedente.
Anche gli ordinativi destagionalizzati registrano a settembre un calo congiunturale, di maggiore ampiezza rispetto al fatturato, mentre nella media del terzo trimestre sono cresciuti del 40,7% rispetto al trimestre precedente.
La dinamica congiunturale del fatturato è sintesi di una significativa diminuzione del mercato interno e di un aumento pressoché trascurabile del mercato estero dello 0,2%. Per gli ordinativi, invece, il calo congiunturale riflette ampie contrazioni delle commesse provenienti da entrambi i mercati.
Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a settembre gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un aumento congiunturale solo per i beni strumentali; tutti gli altri raggruppamenti registrano cali abbastanza marcati: -3,5% i beni di consumo, -5,6% i beni intermedi e -7,3% l’energia.
Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali del 4,6%, riflettendo cali di ampiezza similare sia sul mercato interno, sia su quello estero.
Con riferimento al comparto manufatturiero, il settore dei mezzi di trasporto registra la crescita tendenziale più rilevante, seguito dalle altre industrie manifatturiere e delle riparazioni, mentre l’industria dei computer e dell’elettronica e l’attività di raffinazione del petrolio mostrano i cali peggiori.
In termini tendenziali l’indice grezzo degli ordinativi aumenta del 3,2%, riflettendo risultati dello stesso segno su entrambi i mercati, ma di ampiezza significativa per quello interno e piuttosto modesta per quello estero. La maggiore crescita tendenziale si registra nel settore dei mezzi di trasporto e in quello del legno e della carta, mentre i peggiori risultati si rilevano nell’industria farmaceutica e nel comparto dei computer e dell’elettronica.