A Roma un teatro olografico per la scienza
«L’Holotheater è la prima installazione dedicata alla divulgazione scientifica – e in particolar modo astrofisica – che sfrutta il principio dell’olografia». Con queste parole l’ologramma del direttore dell’Osservatorio astronomico di Roma, una delle strutture di ricerca dell’Istituto nazionale di astrofisica, ha dato il benvenuto al suo alter ego in carne e ossa, Lucio Angelo Antonelli, e ha salutato il pubblico presente all’interno del museo Astrolab dell’Osservatorio stesso. Ha così avuto inizio con coup de théâtre, e non poteva essere diversamente, l’inaugurazione dell’Holotheater, la prima installazione olografica in Italia per la divulgazione scientifica. Realizzata grazie al sostegno del progetto Susa, per la costituzione di un hub di scienza e conoscenza nel quadrante sud-est della capitale, e all’esperienza internazionale di Naumachia, un network europeo per la creazione, realizzazione e gestione di hardware e software olografici, questa installazione consentirà esperienze immersive e altamente realistiche, restituendo al visitatore l’impressione di trovarsi a pochi passi da corpi celesti lontanissimi da noi.
Congedato il suo ologramma, Antonelli ha potuto incantare il pubblico materializzando davanti a sé slides e scritte d’ogni genere con le quali interagire, animazioni di galassie, simulazioni di resti di supernove e la rappresentazione fedele di un buco nero supermassiccio come quello protagonista della prima foto a un buco nero, appunto. Rappresentazione il cui autore, Jeremy Schnittman della Nasa, è infine comparso anch’egli sotto forma di ologramma per dialogare – da migliaia di km di distanza – con Antonelli e il pubblico presente in sala.
Un’installazione hi-tech dalle enormi potenzialità, dunque, che si va ad aggiungere alle decine di exhibit presenti nel museo Astrolab attraverso i quali scuole e privati possono apprendere l’astronomia toccandola con mano. «L’Osservatorio astronomico di Roma è un istituto che vanta una tradizione scientifica di oltre 450 anni e rappresenta una eccellenza scientifica nel panorama dell’astrofisica moderna», ricorda Antonelli. «Gli scienziati dell’Osservatorio hanno da sempre mostrato una grande attenzione nel comunicare e trasmettere tale eccellenza alle giovani generazioni così come alle realtà produttive del territorio. Il teatro olografico rappresenta un ulteriore passo per trasferire al grande pubblico e soprattutto ai più giovani, le conoscenze della scienza moderna con metodologie innovative e accattivanti».
L’inaugurazione di oggi si configura come il primo di una serie di incontri attraverso i quali gli enti di ricerca dell’area tra Tor Vergata e Frascati presenteranno al pubblico i loro progetti realizzati all’interno del contesto Susa, un network composto da Università di Roma “Tor Vergata”, gli enti di ricerca Cnr, Enea, Inaf e Infn, che insieme a Roma Capitale – Municipio VI e Comune di Frascati si sono dati come obiettivo quello di realizzare un progetto per lo sviluppo di un’area specializzata in scienza e conoscenza, con la prospettiva, tra le varie iniziative, di fornire un programma di attuazione dell’Agenda Urbana Europea.
«Il progetto Susa conferma una nuova filosofia di rete istituzionale sul territorio capace di guardare al futuro attraverso una nuova cultura complessiva della progettualità che tiene conto dei limiti della sostenibilità ai fini di una pianificazione territoriale», dice Maria Prezioso, responsabile scientifico del progetto Susa e docente di geografia economica e politica all’Università “Tor Vergata” di Roma. «Oltre all’Università di Roma “Tor Vergata” il progetto ha coinvolto in prima linea tutte le importanti istituzioni ed enti di ricerca attivi nel quadrante geografico, che, come appunto l’Inaf Oar, rivestono un ruolo cardine nella sfida dell’innovazione scientifica e del trasferimento di questa sul territorio su cui insistono».