Secondo le stime preliminari, nel mese di novembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento di 0,8% su base annua, da +1,7% del mese precedente.
La decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici, sia non regolamentati sia regolamentati, e, in misura minore, al rallentamento degli Alimentari lavorati, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti. Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli Alimentari non lavorati.
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi continua anch’essa a rallentare, così come quella al netto dei soli beni energetici.
Dopo essersi annullata a ottobre, la dinamica tendenziale dei prezzi dei beni scende su valori negativi, mentre quella dei servizi rimane su valori positivi, sebbene in ulteriore rallentamento, determinando un ampliamento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni.
Continuano a rallentare in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto.
La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli Energetici non regolamentati, di quelli regolamentati, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti; tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli Alimentari non lavorati e lavorati.
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.
In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo diminuisce dello 0,4% su base mensile e aumenta di 0,7% su base annua.