Secondo i dati di Terna, nel mese di novembre il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 25,1 miliardi di kWh, valore stazionario rispetto a novembre 2023.

Tale risultato è stato raggiunto con un giorno lavorativo in meno e una temperatura media mensile di 0,8°C inferiore a quella di novembre dello scorso anno.

Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti contrapposti di calendario e temperatura, porta ad una variazione positiva: +1,3% rispetto a novembre 2023.

A livello territoriale, la variazione tendenziale di novembre è risultata ovunque pressoché stazionaria: al Nord +0,1%, al Centro +0,7% e al Sud e Isole -0,1%.

Nei primi undici mesi dell’anno, il fabbisogno nazionale è in crescita del 2,1% rispetto al corrispondente periodo del 2023.

L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, ha fatto registrare una diminuzione del 5,8% rispetto a novembre 2023. Con dati destagionalizzati e corretti dall’effetto calendario, la variazione si porta a -5,1%. In particolare, positivi i comparti del cemento, calce e gesso, ceramiche e vetrarie, alimentari e meccanica. In flessione chimica, metalli non ferrosi, cartaria, siderurgia e mezzi da trasporto.

In termini congiunturali, la variazione della richiesta elettrica destagionalizzata e corretta dagli effetti di calendario e temperatura è di +0,2%. In leggera flessione la variazione congiunturale dell’indice IMCEI.

L’indice IMSER, che Terna pubblica sulla base dei dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione, ha fatto registrare, nel mese di settembre 2024, una variazione negativa dell’1,7% rispetto a settembre 2023. Resta comunque positiva la variazione dei primi nove mesi. In particolare, pressoché tutti i comparti hanno registrato variazioni negative ad eccezione di attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione pubblica e difesa.

Tornando al bilancio mensile di Terna, lo scorso mese la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’84,9% dalla produzione nazionale e per la quota restante dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile risulta pari a 3,8 TWh, il 16,6% in meno rispetto a novembre 2023. A livello progressivo, da gennaio a novembre 2024, l’import netto è stazionario rispetto ai primi undici mesi del 2023.

In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 21,5 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 33,9% della domanda elettrica. Inoltre, da gennaio a novembre di quest’anno le fonti rinnovabili hanno coperto il 42% del fabbisogno, rispetto al 37,3% dei primi undici mesi del 2023.

In aumento la produzione della fonte termica e fotovoltaica; continua tuttavia ad essere in riduzione la quota di produzione a carbone, -55,8% rispetto allo stesso mese del 2023. In diminuzione la fonte idrica, eolica e geotermica. L’incremento della produzione del fotovoltaico è dovuto al contributo positivo sia dell’aumento di capacità in esercizio che del maggiore irraggiamento.

Nel 2024 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 6.714 MW. Tale valore è superiore di 1.658 MW rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al 30 novembre in Italia si registrano 75,8 GW di potenza installata da fonti rinnovabili, di cui, nel dettaglio, 36,4 GW di solare e 12,9 GW di eolico. Tra gennaio 2021 e novembre 2024 sono stati istallati complessivamente 16.934 MW di capacità rinnovabile, superando così di 826 MW il traguardo di fine anno delineato dal Burden Sharing.

Da gennaio a novembre 2024, la potenza nominale degli accumuli in esercizio è aumentata di 1.882 MW. Al 30 novembre 2024 si registrano in Italia circa 720.000 installazioni che corrispondono a circa 12.186 MWh di capacità e 5.331 MW di potenza nominale, di cui 927 MW utility scale contrattualizzati tramite il capacity market. Nel dettaglio, da inizio anno la potenza nominale dei sistemi di accumulo in alta e altissima tensione è aumentata di 679 MW.

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