Nel mese di marzo 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registri un aumento dell’1% su base mensile e del 6,5% su base annua; la stima preliminare era +6,7%.

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta anche questo mese prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici, in particolare a quelli della componente non regolamentata mentre i prezzi della componente regolamentata continuano a essere quasi doppi di quelli registrati nello stesso mese dello scorso anno. Accelerano anche i prezzi dei Beni alimentari sia lavorati sia non lavorati, quelli dei Beni durevoli e dei Beni semidurevoli. I prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, invece, registrano un rallentamento.

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,7% a +1,9% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,1% a +2,5%.

Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni, mentre quelli dei servizi rimangono stabili; si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni.

Accelerano sia i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati e in misura minore dei Beni alimentari lavorati, dei Servizi relativi ai trasporti, degli Alimentari non lavorati e dei Beni semidurevoli.

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +5,2% per l’indice generale e a +1,5% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta del 2,4% su base mensile, anche per effetto della fine dei saldi invernali, di cui il NIC non tiene conto, e del 6,8% su base annua; la stima preliminare era +7%.

Nel primo trimestre 2022 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’IPCA, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati.

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