Nel mese di marzo, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registri un aumento dello 0,3% su base mensile e dello 0,8% su base annua, confermando la stima preliminare.

La lieve accelerazione dell’inflazione si deve prevalentemente all’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati e, in misura minore, all’accelerazione di quelli dei servizi relativi ai trasporti.

L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rallentano lievemente portandosi entrambe a +0,8%, da +0,9% di febbraio.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei beni energetici non regolamentati e, in misura minore, dei servizi relativi ai trasporti.

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +0,9% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’inversione di tendenza da +0,2% a -0,1%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano da +0,1% a +0,7%.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo registra un aumento su base mensile dell’1,8%, prevalentemente per effetto della fine dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui il NIC non tiene conto, e dello 0,6% su base annua, confermando la stima preliminare.

Il protrarsi, in alcuni casi, dei saldi stagionali fa sì che l’aumento, rispetto a febbraio, dei prezzi di abbigliamento e calzature, sia pari a +23,0%, molto meno ampio, quindi, di quello di marzo 2020, quando fu pari a +31,1%. La differenza tra le due variazioni si riflette sulla dinamica su base annua sia dei prezzi di abbigliamento e calzature, che invertono la tendenza da +5,8% a -0,7%, sia dell’indice generale, la cui crescita, per l’IPCA, rallenta e risulta più contenuta del NIC.

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