Secondo le stime preliminari, nel mese di maggio 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 7,6% su base annua, da +8,2% del mese precedente.

La decelerazione del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati e, in misura minore, degli Alimentari lavorati, degli Altri beni e dei Servizi relativi ai trasporti. Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalle tensioni al rialzo dei prezzi degli Alimentari non lavorati e dei Servizi relativi all’abitazione.

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ancora, sebbene di poco, così come quella al netto dei soli beni energetici.

Si attenuta la crescita su base annua dei prezzi dei beni e, in misura minore, quella dei servizi, portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -4,9 punti percentuali, da -5,6 di aprile.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto.

L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve principalmente all’aumento dei prezzi degli Alimentari non lavorati, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, degli Alimentari lavorati e dei Servizi relativi all’abitazione; tali effetti sono stati solo in parte compensati dal calo dei prezzi degli Energetici non regolamentati.

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,6% per l’indice generale e a +4,7% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,3% su base mensile e dell’8,1% su base annua.

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