Il Misery Index Confcommercio di maggio 2024 si è attestato a 11,4, in riduzione di un decimo di punto su aprile. Il dato è sintesi di una stabilità della disoccupazione estesa, che si conferma al 7,6%, e di un piccolo rallentamento del tasso di crescita dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto.

A maggio, sulla base delle risultanze della rilevazione continua sulle forze di lavoro, si registra una diminuzione di 17mila occupati sul mese precedente e una invarianza delle persone in cerca di lavoro. A questi andamenti si è associata una contenuta crescita degli inattivi. Queste dinamiche hanno portato a una stabilizzazione del tasso di disoccupazione ufficiale confermando il 6,8% di aprile. Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state poco meno di 46,4 milioni, a cui si sommano circa 860mila ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà, segnalando, nel complesso, una tendenza all’aumento sia nel confronto mensile sia in quello annuale. In termini di ore di CIG e FIS effettivamente utilizzate questi dati hanno comportato una contenuta riduzione, su aprile, in termini di unità di lavoro standard destagionalizzate. Il combinarsi di queste dinamiche ha determinato una conferma al 7,6% del tasso di disoccupazione esteso.

A maggio 2024 i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione su base annua del 2,5%, in diminuzione di un decimo di punto rispetto ad aprile. La tendenza al rientro dei prezzi dovrebbe proseguire anche a giugno mese in cui, secondo le prime stime, la variazione dei prezzi dell’aggregato di riferimento è attesa scendere al 2,1% su base annua.

I sia pur contenuti margini di rientro dell’inflazione e il permanere di dinamiche del mercato del lavoro che presentano ancora degli spunti positivi, la crescita dell’occupazione dipendente a tempo indeterminato e dell’occupazione femminile, portano a guardare con una certa fiducia alla possibilità di una stabilizzazione/riduzione dell’indicatore nei mesi estivi.

I timori principali sulla tenuta dell’area del disagio sociale, calcolata secondo la metrica del MIC, riguardano la ripresa autunnale. Le debolezze di una parte del sistema produttivo, confermate dalla crescente richiesta delle ore autorizzate per le varie forme di integrazione salariale, potrebbero tradursi in un peggioramento del mercato del lavoro. Questa tendenza potrebbe difficilmente essere contrastata dalla riduzione dell’inflazione, in considerazione dei bassi livelli raggiunti dai tassi di variazione dei prezzi al consumo. L’eventuale indebolirsi dell’occupazione metterebbe in discussione la crescita dei consumi che potrebbe derivare dai concreti segnali di un recupero del reddito disponibile reale delle famiglie, registrati nel primo trimestre.

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