Secondo le stime preliminari, nel mese di giugno 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra una variazione nulla su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua, da +7,6% del mese precedente.

La decelerazione del tasso di inflazione si deve ancora, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati e, in misura minore, degli Alimentari lavorati, dei Servizi relativi ai trasporti, degli Altri beni e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. Per contro, un sostegno alla dinamica dell’indice generale deriva dai rialzi dei prezzi degli Alimentari non lavorati.

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ulteriormente, così come quella al netto dei soli beni energetici.

Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni e, in misura minore, quella dei servizi, portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -3,3 punti percentuali, da -4,7 di maggio.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano in termini tendenziali, come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto.

La stabilità sul piano congiunturale dell’indice generale risente delle dinamiche opposte di diverse componenti: da una parte, la crescita dei prezzi degli Alimentari non lavorati, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, degli Alimentari lavorati e dei Servizi relativi ai trasporti, dall’altra, la diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati.

L’inflazione acquisita per il 2023 è stabile a +5,6% per l’indice generale, mentre sale a +4,9% per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,1% su base mensile e del 6,7% su base annua.

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