Secondo le stime preliminari, nel mese di febbraio 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra un aumento dello 0,3% su base mensile e del 9,2% su base annua, da +10,0% nel mese precedente.
Il rallentamento del tasso di inflazione si deve, in primo luogo, all’accentuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei Beni energetici regolamentati e alla decelerazione di quelli degli Energetici non regolamentati, i cui effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli Alimentari sia lavorati sia non lavorati, di quelli dei Tabacchi, dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti.
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +6,0% del mese precedente a +6,4%, quella al netto dei soli beni energetici da +6,2% a +6,5%.
Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni, mentre al contrario si accentua quella relativa ai servizi, portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -8,1 punti percentuali, da -9,9 di gennaio.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano un’accelerazione in termini tendenziali, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rimangono pressoché stabili.
L’aumento congiunturale dell’indice generale si deve prevalentemente ai prezzi degli Alimentari non lavorati, dei Tabacchi, degli Alimentari lavorati, dei Beni durevoli e non durevoli, dei Servizi relativi ai trasporti, dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi all’abitazione; un effetto di contenimento deriva invece dal calo dei prezzi degli Energetici, sia regolamentati sia non regolamentati.
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,5% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo.
In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,2% su base mensile e del 9,9% su base annua.