Secondo i dati diffusi dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, a febbraio sono state immatricolate 147.094 autovetture nuove, ossia il +12,8% sul pari mese 2023. Dall’inizio dell’anno il mercato, con 289.103 unità, segna +11,7% rispetto alle 258.733 del primo bimestre 2023.

«Nonostante l’apporto delle auto-immatricolazioni che sono in risalita questo mese, le immatricolazioni fino a 60 g/km di CO2 registrano una flessione consistente. Purtroppo, il DPCM con i nuovi incentivi 2024, presentati dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy il 1° febbraio scorso e destinati a rilanciare gli acquisti di auto a basse emissioni inquinanti, con un sostegno maggiore per le persone con bassi redditi tarda ad essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e conseguentemente a diventare operativo sulla piattaforma Invitalia, con le inevitabili ricadute sui flussi delle vendite e delle immatricolazioni. È necessario colmare al più presto questo gap poiché il mercato, soprattutto sul fronte elettrico e plug-in, è entrato in una fase di profondo stallo», dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.

«La sfida per accrescere la mobilità green resta, dunque, ancora imbrigliata nelle maglie burocratiche delle Amministrazioni competenti, con l’effetto indesiderato di frenare ulteriormente il rinnovo del parco auto, che oltretutto con questi ritmi blandi avrà bisogno di quasi tre decenni per un efficace ringiovanimento!».

«Come sostenuto in altre occasioni» prosegue De Stefani «al di là degli incentivi, per una decarbonizzazione sostenibile e realizzabile è centrale un intervento strutturale innovativo sul fronte della fiscalità delle flotte aziendali, declinato sugli aspetti della detraibilità dell’IVA, della deducibilità dei costi e della tassazione dei fringe benefit. Tale azione dovrebbe essere tra le priorità del Governo, così da generare una leva efficacissima e soprattutto stabile nel tempo per un’azione decisa sul rinnovo del parco, con effetti tangibili positivi anche sul mercato dell’usato».

«Nel segno di una maggiore competitività nazionale e sostenibilità green, funzionale agli obiettivi europei di riduzione e azzeramento delle emissioni», conclude De Stefani, «restiamo convinti che una politica fiscale armonizzata con il resto dei principali Paesi europei possa rappresentare il driver trainante per la transizione del nostro settore».

Dal punto di vista delle alimentazioni, a febbraio le vetture elettriche plug-in soffrono l’attesa del nuovo piano incentivi statali, registrando rispettivamente un magro +1,8% e -16,4%; anche a livello cumulato l’andamento è sfavorevole nell’ordine del -4,3% e -25,1%. Le vetture a benzina ed ibride elettriche continuano, invece, a incontrare le preferenze dei nuovi acquisti, segnando nel mese una crescita del 33,4% le prime e del +16% le seconde. Anche il Gpl si attesa su un avanzo mensile del +8,3% e del +13,1% nel primo bimestre dell’anno. Continua la perdita di immatricolazioni delle vetture diesel mentre quelle a metano sebbene positive totalizzano a febbraio circa 350 unità. Le quote di mercato sono così suddivise: ibrido elettrico 37,8%, benzina 31,2%, diesel 14,5%, Gpl 9,7%, elettrico 3,4%, plug-in 3,2%, metano 0,2%. Su base annua, invece, la ripartizione è: ibrido elettrico 37,9%, benzina 30,9%, diesel 15%, Gpl 10,3%, elettrico 2,7%, plug-in 3%, metano 0,2%.

Sul fronte dei canali di vendita, nel mese i privati si attestano al 57,7% del mercato con un incremento del 18,1%, mentre le società ottengono il +13,7% di rappresentatività con un aumento del 16,2, grazie soprattutto alla spinta delle auto-immatricolazioni dei dealer. Il noleggio ottiene a febbraio una quota del 28,6% con un lieve incremento dell’1,5% e un mix di segno inverso tra il breve e il lungo termine.

Negli ultimi tre giorni di febbraio è stato immatricolato ben il 40,4% del totale mercato, mentre le auto-immatricolazioni di case e concessionari, secondo le elaborazioni Federauto sui dati Dataforce, hanno rappresentato circa il 9,2% dei volumi di vendita mensili, con un incremento del 21,2% rispetto a febbraio 2023.

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