La 15° edizione del James Dyson Award si distingue dalle precedenti per il maggior numero di partecipanti femminili mai registrato in tutte le 27 nazioni coinvolte. Per l’azienda sono quindici anni di impegno a favore della promozione di progetti ingegneristici e di design innovativi.
La vincitrice di quest’anno è la ventiquattrenne Lucy Hughes dall’Università del Sussex. Lucy, prova a risolvere il problema della plastica monouso e, contemporaneamente, quello dell’inefficienza di alcuni processi di smaltimento, sfruttando i resti di pesce per creare una plastica alternativa, MarinaTex.
MarinaTex è una bioplastica generata da resti di pesce, normalmente destinati a discarica o inceneritore, e alghe rosse, una risorsa naturale locale. Si tratta di un materiale in fogli flessibili e traslucidi, ideali per la produzione di imballaggi monouso. Aspetto a parte, non ci sono somiglianze tra la plastica tradizionale e MarinaTex. Infatti, grazie a una formula che prevede le alghe rosse per legare le proteine estratte dagli scarti del pesce, il materiale MarinaTex è caratterizzato da forti legami molecolari molto solidi che le conferiscono resistenza ma allo stesso tempo flessibilità. La produzione di Marinatex richiede relativamente poca energia e temperature al di sotto dei 100 gradi. Si biodegrada dopo 4-6 settimane, è adatto al compostaggio domestico e non rilascia sostanze tossiche, eliminando così il problema dell’organizzazione dell’eventuale smaltimento del rifiuto attraverso strutture pubbliche.
Grazie allo sfruttamento di scarti dell’industria della pesca, MarinaTex chiude il ciclo di vita del prodotto, lo scarto di pesce, immettendolo in un nuovo ciclo di vita. Secondo Lucy, un merluzzo bianco atlantico potrebbe generare rifiuti organici sufficienti per produrre 1400 sacchi di MarinaTex.
Sir James Dyson, fondatore dell’azienda, dichiara: “I giovani ingegneri sono mossi dalla passione, dalla consapevolezza e dall’intelligenza necessaria per risolvere alcuni dei più grandi problemi attuali. Il James Dyson Award quest’anno ha ricevuto alcune idee veramente stimolanti, rendendo molto difficile la scelta. Inoltre, mai come quest’anno hanno partecipato tante donne. Alla fine, la scelta è ricaduta sull’idea di cui il mondo di oggi non può fare a meno, MarinaTex risolve brillantemente due problemi: la onnipresenza della plastica monouso e lo smaltimento degli scarti del pesce. Nuovi sforzi in ricerca e sviluppo garantiranno che MarinaTex si evolva ulteriormente e spero che diventi parte di una risposta globale all’eccesso di plastica monouso”.
I resti dell’industria della trasformazione del pesce generano un enorme flusso di rifiuti. Questi scarti comprendono frattaglie, sangue, conchiglie e squame, che finiscono in discarica e non nei nostri piatti. Dopo approfondite ricerche, Lucy ha scoperto che le pelli e le squame di pesce sono materiali molto utili per creare la base di una bioplastica perché contengono strutture di proteine forti e flessibili. Per consentire a queste proteine di legarsi l’una all’altra, al fine di creare un materiale nuovo di zecca, Lucy ha iniziato a cercare un legante organico.
Intenzionata a produrre la sua invenzione a livello locale per ridurre i trasporti, ha dato uno sguardo ai materiali sulla costa più vicina e, sperimentando diversi leganti marini, alla fine ha selezionato l’agar. Per perfezionare il materiale e il processo di produzione ci sono voluti oltre 100 esperimenti diversi, la maggior parte dei quali avvenuti sulla stufa della cucina dell’alloggio per studenti, alla fine Lucy ha creato un materiale paragonabile alla plastica, traslucido e biodegradabile, MarinaTex.
Lucy afferma: “la plastica è un materiale eccezionale, per questa ragione siamo diventati dipendenti da esso sia come designer e sia come ingegneri. Non ha alcun senso per me usare la plastica, un materiale incredibilmente longevo, per prodotti che possono avere un ciclo di vita anche di un solo giorno. Penso che MarinaTex rappresenti l’impegno verso l’innovazione e la selezione di materiali che incarnano i valori della sostenibilità, in questo caso, utilizzando risorse locali delle quali occorre perfezionare il ciclo di vita”.
Sono incredibilmente felice di aver vinto il James Dyson Award con MarinaTex. L’invenzione è ancora agli esordi e non credevo potesse raggiungere questo traguardo, quindi è davvero incoraggiante sapere di poter disporre delle risorse messe a disposizione da un premio così prestigioso. Sono elettrizzata all’idea di avere la possibilità di intraprendere ulteriori ricerche per esplorare tutti i possibili usi di MarinaTex, considerando la forma, la funzione e il suo impatto ambientale.
Come vincitrice del James Dyson Award, Lucy riceverà 30.000 sterline; il suo obiettivo è commercializzare in modo sostenibile la sua invenzione, investendo il premio in ulteriori ricerche per portare MarinaTex a diventare la risposta globale al problema dell’eccesso di rifiuti di plastica nell’ambiente sfruttando soluzioni locali.
Il premio è aperto a tutti gli studenti inventori con l’abilità e l’ambizione di risolvere i problemi del domani. Le idee vincenti sono selezionate da James Dyson e sono caratterizzate da genuinità, sviluppo iterativo e fattibilità commerciale.
Con studenti provenienti da 27 nazioni che si sfidano, il concorso è più pronto che mai ad accogliere idee e progetti che abbiano l’ambizione di affrontare una vasta gamma di problemi sociali e ambientali contemporanei.
Per sostenere i finalisti a sviluppare e commercializzare la loro nuova idea, ogni anno al vincitore internazionale è assegnato un premio di £ 30,000 mentre ai vincitori locali vanno 2.000 sterline. A differenza di altre competizioni, ai partecipanti è lasciata la piena proprietà intellettuale dell’idea.
Il James Dyson Award è la dimostrazione dell’impegno di James Dyson per mostrare quanto gli ingegneri abbiano il potere di cambiare il mondo. Il Dyson Institute of Engeneering and Technology, la James Dyson Foundation e il James Dyson Award insieme creano una visione per sostenere gli aspiranti ingegneri e incoraggiarli ad applicare le loro conoscenze teoriche e scoprire nuovi modi per migliorare le vite attraverso la tecnologia.
Da quando il premio è stato inaugurato quindici anni fa, James Dyson ha contribuito con più di 100.000 sterline per abbattere gli ostacoli per l’accesso all’educazione e a favore di altre cause benefiche.