Le tecnologie intelligenti rendono le nuove generazioni più indipendenti nello svolgimento dei compiti a casa
Una nuova ricerca presentata oggi da Lenovo mostra come l’educazione a livello mondiale sia stata trasformata positivamente grazie alle tecnologie intelligenti, che hanno portato a una generazione in grado di studiare e apprendere in modo indipendente e di affrontare e risolvere situazioni problematiche.
La ricerca ha coinvolto un campione di 15.000 persone a livello globale ed è stata condotta in Brasile, Cina, Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Messico, Regno Unito e Stati Uniti, rivelando che tre genitori su quattro sono convinti che i loro figli siano più propensi ad approfondire un argomento online piuttosto che chiedere loro aiuto quando si tratta di compiti a casa. I Paesi in cui questa tendenza è prevalente sono l’India e la Cina, che hanno anche visto crescere, negli ultimi anni, il numero di genitori che utilizzano la tecnologia per assistere i loro figli nell’apprendimento. La percentuale più bassa, il 54%, si è registrata in Germania dove, secondo la ricerca condotta da Lenovo, si nota in generale una maggiore cautela verso la tecnologia, soprattutto in classe. Ma l’adozione della tecnologia si sta diffondendo maggiormente in Germania grazie a un’iniziativa governativa del 2018 volta a dotare oltre 40.000 scuole dei computer e del software più all’avanguardia.
D’altro canto, anche il 60% dei genitori afferma di avere effettuato ricerche online, almeno una volta, per aiutare i figli nei compiti a casa. La tendenza si è rivelata maggiore per quanto riguarda le materie STEM quali matematica e scienze, oltre a geografia e lingue straniere.
La grande maggioranza del campione concorda sul fatto che i progressi tecnologici abbiano trasformato positivamente l’apprendimento aiutando gli studenti a ottenere risultati migliori a scuola. Analogamente, l’84% dei genitori che lavorano afferma che le nuove tecnologie consentono a un numero maggiore di genitori di continuare a lavorare con i vantaggi personali che ciò comporta permettendo di essere ancora più connessi con le rispettive famiglie.
Questa tendenza si manifesta soprattutto in Cina e India con il 95% del campione nei due Paesi che afferma di essere convinto che la tecnologia lo aiuti a bilanciare carriera e responsabilità genitoriale, seguiti dal Brasile all’89%. I Paesi che si sono mostrati meno d’accordo con questo punto di vista sono stati la Germania con il 68% e l’Italia con il 71%, indicazione che forse la tecnologia è meno un fattore decisivo nella scelta dei genitori sul rimanere a lavoro.
Anche se la tecnologia ha molti lati positivi nel supportare l’apprendimento, il 72% dei genitori afferma di nutrire preoccupazioni sulla possibilità che crei dipendenze, con potenziali effetti sulla socializzazione dei ragazzi.
Di contro, il 73% dei genitori afferma di fidarsi della tecnologia come aiuto nell’apprendimento indipendente da parte dei ragazzi e nella loro capacità di problem solving. Questa affermazione ha trovato minore riscontro negli Stati Uniti e massimo consenso in India con il 91%, fatto che potrebbe essere legato alla crescente tendenza di questo Paese ad affidarsi alla tecnologia nell’istruzione delle generazioni più giovani. Una recente ricerca ha mostrato che la maggior parte delle madri indiane utilizza lo smartphone nelle interazioni con i figli e che otto su dieci sono convinte che gli smartphone rendano più facile essere genitori. Questo dato suggerisce che i genitori di questo Paese riconoscono il potere della tecnologia di trasformare la scuola, per esempio attraverso l’adozione della realtà virtuale per creare ambienti di apprendimento inclusivi e immersivi, sostenendo gli studenti con disabilità fisiche, sociali o cognitive.
Per quanto riguarda i giovani, i millennial e gli appartenenti alla cosiddetta Gen Z in generale pensano che la tecnologia abbia avuto un ruolo positivo nella loro formazione, con il 41% che concorda sul fatto che essa rende più facile conoscere questioni attuali e problematiche sociali che stanno loro a cuore. Quest’opinione è condivisa da tutto il campione, con il 49% che è convinto dell’“estrema importanza” della tecnologia nel risolvere le sfide future dell’educazione.
Jocelyn Brewer, psicologa fondatrice di Digital Nutrition, commenta: “Non solo è stata aggiornata e rinnovata negli ultimi anni buona parte dei curriculum a livello mondiale ma sono cambiate anche la pedagogia e le modalità di apprendimento. Molti genitori si considerano male equipaggiati nell’aiutare i propri figli se non per dare loro supporto morale e incoraggiarli a livello emotivo a dare il meglio di sé.
“Essere genitori in un mondo digitalmente maturo può porre nuove sfide alle famiglie moderne, perché le tecnologie per la didattica possono sembrare estranee alle loro esperienze di apprendimento e socializzazione. I genitori si possono sentire confusi circa il sostegno da dare ai loro figli per aiutarli a sviluppare le competenze accademiche, sociali ed emotive che li aiuteranno ad avere una vita soddisfacente e di successo. Cercano supporto pratico e positivo per bilanciare il valore delle tecnologie che aiutano l’apprendimento evitando fonti di distrazione”.
Dilip Bhatia, Vice President of User and Customer Experience, Lenovo, afferma: “Non vi sono dubbi che il settore education si stia trasformando grazie alle tecnologie intelligenti, dando ai ragazzi l’opportunità di imparare in maniera coraggiosa e indipendente e di trovare da sé le risposte più corrette. Come sempre, è importante trovare il giusto equilibrio fra online e offline, ma la tecnologia può essere una forza che unisce le famiglie. È inoltre importante ricordare che alcuni genitori hanno maggiori competenze rispetto ad altri nel fornire risposte ai propri figli e che questo dato varia da Paese a Paese”.
“Tuttavia, le nostre soluzioni tecnologiche consentono agli studenti di sperimentare un apprendimento attivo e immersivo, che non sia confinato alle quattro mura di un’aula. È chiaro quindi che, a livello mondiale, la tecnologia consente di ridurre le differenze, permettendo a un numero sempre maggiore di bambini di accedere a molteplici fonti di informazione invece di fare esclusivo affidamento sulle competenze degli adulti che sono nelle loro immediate vicinanze”.