Ladurner e HBI hanno firmato un accordo di cooperazione industriale per lo sviluppo di progetti ed attività nel settore del ciclo idrico integrato, nel trattamento dei fanghi da depurazione e di acque di falda contaminate. La collaborazione industriale avverrà sottoforma di joint venture contrattuale e riguarderà la promozione commerciale della tecnologia HBI, nonché la preparazione e la partecipazione a gare di appalto in EPC e/o in concessione per la progettazione e costruzione di impianti per il trattamento dei fanghi da depurazione, per la depurazione delle acque e per la decontaminazione di acque di falda, anche con eventuale gestione operativa.

La joint venture è stata presentata durante Ecomondo, la principale manifestazione internazionale dedicata alla transizione green e all’economia circolare, che si è tenuta dal 5 all’8 novembre in fiera a Rimini, in un evento che ha messo in dialogo Stefano Dal Savio, Head of Tech Transfer Green del NOI Techpark, Valentina Favaron e Daniele Basso rispettivamente engineering manager e founder e CEO di HBI e Simone Paoli, Direttore della Divisione Impianti di Ladurner.

L’accordo, di durata triennale, prevede la condivisione delle competenze chiave delle due aziende, tra cui quelle tecnologiche legate alla progettazione e all’applicazione della tecnologia poligenerativa. Queste includono il trattamento dei fanghi, la produzione di energia rinnovabile e il recupero di materie prime seconde, ulteriori attività di Ricerca e Sviluppo, e la gestione e manutenzione di brevetti e licenze. Viene inoltre condivisa la competenza tecnica nell’operatività e manutenzione degli impianti.

Parallelamente, l’accordo copre attività tecnico-amministrative e commerciali, come la gestione delle gare di appalto, la gestione amministrativa degli appalti in portafoglio, le attività di permitting per autorizzazioni uniche e ambientali, e la manutenzione delle qualifiche. Verranno messe a disposizione della JV le strutture di staff per supportare queste attività.

«Fin dal suo insediamento al NOI, abbiamo supportato HBI con convinzione, credendo fermamente nelle potenzialità della sua tecnologia», commenta Stefano Dal Savio, Head of Tech Transfer Green di NOI Techpark. «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare un ambiente fertile per la crescita di progetti innovativi, e siamo lieti di vedere come HBI abbia trovato qui le risorse e il supporto necessari per sviluppare soluzioni all’avanguardia. Da anni collaboriamo anche con Ladurner, un’azienda che condivide la nostra visione di un futuro più sostenibile. Siamo orgogliosi di aver promosso questo accordo tra loro, che consentirà di introdurre sul mercato importanti innovazioni green sviluppate in Alto Adige. Questo risultato è la prova concreta di quanto il nostro contesto sia stimolante per la nascita e la diffusione di tecnologie verdi, grazie a un ecosistema che promuove ricerca, cooperazione e imprenditorialità sostenibile».

«La joint-venture con Ladurner rappresenta un ulteriore step di crescita per la nostra azienda e un importante strumento operativo per affermarci sul mercato, oltre che un riconoscimento dell’affidabilità della nostra tecnologia e la conferma della bontà del nostro paradigma di partenza, ovvero considerare e trattare i fanghi come una risorsa strategica al cui interno si trovano acqua, energia e nutrienti. Continueremo a lavorare, ora anche insieme a Ladurner, per promuovere questo paradigma presso gli operatori del ciclo idrico e applicare l’innovazione tecnologica come mezzo per favorire la transizione ecologica, rispettando gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dalle Nazioni Unite, tutelando i sistemi naturali e gli esseri umani, entro i confini fisici e biologici del pianeta» – ha dichiarato Daniele Basso, Founder e CEO di HBI.

«Questo accordo rappresenta per Ladurner un ulteriore passo nell’ampliamento delle tecnologie di cui disporre, grazie a partner affidabili, nel trattamento di fanghi da depurazione, confermando il suo ruolo di promotore e sviluppatore di prodotti all’avanguardia da applicare in modo concreto ed efficace nel campo del riciclo e delle energie rinnovabili» ha affermato Simone Paoli, direttore della Divisione Impianti di Ladurner nel corso della presentazione a Ecomondo. «Ladurner ci mette tutta la propria storia industriale – ha poi aggiunto – che è fatta non solo di referenze e medaglie, ma anche e soprattutto di know-how, quindi del saper fare e del saper stare su un mercato e delle attestazioni necessarie per poter partecipare alle gare di appalto».

HBI, società insediata al NOI Techpark di Bolzano, detiene la conoscenza e la proprietà di una tecnologia poligenerativa che ha sviluppato e brevettato, che tratta i fanghi da depurazione in maniera circolare in grado di recuperare più del 90% di materia ed energia, abilitando quindi la neutralità energetica dei depuratori, prevista dalla recente normativa europea sul ciclo idrico, e recuperando nutrienti per la successiva produzione di fertilizzanti strategici sostenibili. La tecnologia consente inoltre di eliminare tutti i microinquinanti emergenti che le attuali tecnologie di trattamento dei fanghi non sono in grado di eliminare completamente, con il rischio di una loro diffusione nelle principali matrici ambientali. La tecnologia sviluppata da HBI è stata installata presso il depuratore di Bolzano e successivamente presso il sito GP Lab a Fusina (VE), con un modulo industriale capace di trattare fino a 1.000 ton/anno di fango.

Nel novembre 2022 le performance della tecnologia HBI sono state attestate da Rina con il certificato riconosciuto a livello europeo ETV, a testimonianza del fatto che viene riconosciuta come la migliore ad oggi disponibile sul mercato e capace di recuperare più del 90% della materia e dell’energia contenute nei fanghi.

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