L’andamento degli investimenti in Digital Service in Italia ha visto un aumento costante dal 2018 fino al 2022 seguito da un netto calo nel 2023, con una riduzione del 60% dell’ammontare investito e un calo del 13% nel numero di round. La contrazione registrata nel 2023 nei Digital Service italiani è stata più marcata rispetto sia alla media del Venture Capital del Paese sia ai Digital Service europei. In ogni caso, considerando l’analisi storica degli ultimi 6 anni, si può notare come l’Italia abbia ridotto il gap dai maggiori ecosistemi europei nei Digital Service.

Queste le evidenze emerse dalla ricerca “I Digital Service nel Venture Capital italiano ed europeo” presentata da Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale in Italia, in collaborazione con Growth Capital, la banca di investimento tech nell’ecosistema Venture Capital, con un tasso di successo del 90% e sedi a Milano, Madrid, Londra. Lo studio delinea le dinamiche delle start-up operanti nell’ecosistema dei Digital Service, mettendo a confronto le operazioni di finanziamento nel panorama europeo e italiano. Il report categorizza le start-up in 10 settori principali, offrendo una visione dettagliata su attività di investimento, valutazioni ed exit. La ricerca si articola in diverse sezioni chiave che evidenziano la dinamicità e le sfide del settore, nonché le opportunità emergenti per start-up e investitori.
I risultati verranno presentati e discussi per la prima volta martedì 27 febbraio alle ore 15:00, durante una live sulla pagina LinkedIn di Netcomm insieme al Presidente di Netcomm, Roberto Liscia, e a Fabio Mondini de Focatiis, Founding Partner di Growth Capital. La diretta sarà introdotta e moderata da Camilla Maver, Communication Manager di Growth Capital.

“La vertiginosa flessione del 60% degli investimenti in start-up attive nei Digital Service osservata in Italia nel 2023 riflette uno scenario europeo in cui il venture capital aveva già mostrato segni di cedimento dall’anno precedente. Tale calo evidenzia una specifica criticità del venture capital italiano, che si distingue per un investimento insufficiente nel settore digitale, inclusi ambiti strategici come l’e-commerce e le nuove tecnologie, ad esempio l’intelligenza artificiale. Senza un’adeguata focalizzazione su questi settori, l’Italia rischia di non riuscire a sviluppare aziende in grado di competere efficacemente sui mercati internazionali. Questa problematica è aggravata da un contesto di incertezza economica globale, marcato da tensioni geopolitiche prolungate, tassi di interesse elevati e difficoltà nelle catene di approvvigionamento. In questo panorama emerge la necessità di una maggiore collaborazione tra finanza pubblica e privata per stimolare lo sviluppo del settore. È fondamentale accelerare gli investimenti da parte di Cassa Depositi e Prestiti e concentrarsi sulla creazione di ‘Champions’ italiani nel digitale, nell’e-commerce e nelle nuove tecnologie. Questo cambio di direzione rappresenta un’opportunità cruciale per i decisori del settore, che sono invitati a considerare strategie di investimento più orientate al futuro. L’allocazione di fondi pubblici e privati diventa cruciale per promuovere una filiera italiana che possa affermarsi su scala internazionale, incentivando l’adozione di tecnologie fondamentali, applicazioni innovative e iniziative di rilevanza globale. Il Netcomm Forum di quest’anno offre un’occasione preziosa per approfondire queste tematiche e stimolare un dialogo costruttivo tra i protagonisti del settore”, afferma Roberto Liscia, Presidente di Netcomm.

Gli investimenti nei Digital Services nel 2023, dopo anni di crescita costante, hanno subito un rallentamento”, commenta Fabio Mondini de Focatiis, Founding Partner di Growth Capital, “Tra i fattori che hanno portato a questa inversione di tendenza, con una riduzione più marcata rispetto al settore Venture Capital nel complesso,  ci sono la maggiore difficoltà ad acquisire clienti in maniera sostenibile sul B2C e la forte contrazione degli investimenti in modelli ad alta intensità di capitale, come nel Fintech. Un altro elemento che ha inciso sul calo della raccolta è il forte aumento dell’incidenza dei round pre-seed, passati dal 13% al 39% del totale. Nonostante il quadro possa apparire negativo, ci sono comunque segnali positivi per il 2024. In primo luogo, l’ultimo trimestre del 2023 è stato il terzo migliore nel periodo 2018-2023 per numero di operazioni chiuse e, se escludiamo i mega round dal computo, il migliore per raccolta negli ultimi cinque. La naturale selezione delle opportunità di investimento avvenuta negli ultimi mesi ha fatto emergere le start-up capaci di continuare a crescere senza compromettere l’efficienza del capitale e quindi più vicine alle attuali preferenze degli investitori”. 

In Europa, nel periodo 2018-21 il numero di round nei Digital Service è rimasto pressoché costante, mentre l’ammontare investito ha visto una crescita significativa, soprattutto nel 2021. Nel 2022 è iniziato un rallentamento dell’attività di raccolta, accentuatosi nel 2023. L’Italia ha seguito il trend europeo con leggero ritardo, assistendo a una crescita continua dal 2018 al 2022 sia in termini di ammontare investito sia di round di investimento, arrivando a un valore totale di 617 milioni di euro investiti su 101 operazioni. Tuttavia, nel 2023, anche il nostro Paese ha registrato una decrescita nell’ammontare raccolto e nel numero di round rispetto all’anno precedente. Nonostante ciò, è interessante notare come, negli ultimi 6 anni, l’Italia abbia notevolmente ridotto il gap dai maggiori ecosistemi europei nei Digital Service in termini di ammontare investito. Ad esempio, paragonando il nostro Paese con la Spagna, si può notare come il divario si sia dimezzato.

In Italia, nel 2023, gli investitori internazionali hanno partecipato al 10% dei round in Digital Service sopra al milione, incidendo per il 50% sull’ammontare complessivo raccolto. Gli investitori internazionali hanno partecipato a round grandi in media 1,5 volte quelli con soli investitori nazionali. La presenza di investitori internazionali nei round delle start-up del report aumenta notevolmente al crescere della dimensione del round, arrivando al 100% per le operazioni sopra i 30 milioni di euro. Queste evidenze confermano come il contributo di capitali provenienti dall’estero sia fondamentale per chiudere round di dimensioni significative.

Il complicato contesto di mercato degli ultimi mesi (elevati tassi di inflazione, politiche monetarie restrittive, approccio prudente da parte degli investitori) ha messo pressione sulle valutazioni nel mondo VC, impattate in modo differente a seconda di stadio di sviluppo, modello di business. Non deve stupire quindi che le valutazioni nei Digital Service in Italia abbiano risentito solo parzialmente della contrazione di mercato, continuando a crescere anche nel 2022: il sotto-campione analizzato comprende prevalentemente start-up Early Stage, basate in un ecosistema VC meno sviluppato rispetto a Regno Unito, Francia e Germania. Complessivamente, l’analisi storica mostra un forte aumento della mediana e una progressione incoraggiante della media. Guardando all’evoluzione per stadio, i trend di media e mediana evidenziano una crescita delle valutazioni con la maturazione della società: un round Seed si chiude mediamente sui 6 milioni di euro di valutazione, un Serie A a più del doppio e un Serie B a una cifra oltre tre volte maggiore di n round di Serie A.

La distribuzione dei round dei Digital Service tra i diversi settori è rimasta più o meno omogenea nel tempo. In termini di numero di operazioni, Digital si classifica come il più attivo dal 2018. Guardando invece all’ammontare investito, FinTech ha attratto i round più significativi nel periodo analizzato, totalizzando una raccolta di 650 milioni di euro.

I dati presentati dalla ricerca I Digital Service nel Venture Capital italiano ed europeo restituiscono l’immagine di un comparto cresciuto notevolmente fino al 2021 in Europa e fino al 2022 in Italia, che a partire dal 2022 ha risentito della difficile situazione macroeconomica globale. Lo scenario per il 2024 sarà influenzato da una molteplicità di fattori. A sostegno della crescita degli investimenti vi sono la selezione naturale delle opportunità di investimento avvenuta negli ultimi 18 mesi e la significativa pipeline di start-up Early Stage, candidate a concludere round Late Stage nei prossimi 18 mesi. A freno degli investimenti, il protrarsi delle tensioni sui mercati finanziari potrà mettere pressione sull’acquisizione clienti nel B2C e incentivare gli investitori a prediligere modelli più capital efficient e quindi bisognosi di minori raccolte di capitale.

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