A ottobre 2023 si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registri una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento di 1,7% su base annua, da +5,3% nel mese precedente.
La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati sia regolamentati e, in misura minore, di quelli degli alimentari non lavorati e lavorati. Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione e dei servizi relativi ai trasporti.
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa, così come quella al netto dei soli beni energetici.
Si arresta la crescita su base annua dei prezzi dei beni, mentre quella dei servizi resta stabile, riportando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni su valori ampiamente positivi.
Rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto.
La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli energetici non regolamentati, dei servizi culturali, ricreativi e per la cura della persona e dei servizi relativi ai trasporti; tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli energetici regolamentati e dei servizi relativi all’abitazione.
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,1% su base mensile e di 1,8% su base annua; la stima preliminare era +1,9%.