Nel mese di marzo 2023, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registri una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento del 7,6% su base annua, da +9,1% nel mese precedente; la stima preliminare era +7,7%.
Il rallentamento dell’inflazione si deve, in primo luogo, alla decelerazione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati e all’accentuarsi della flessione di quelli degli energetici regolamentati, i cui effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati, di quelli dei servizi relativi all’abitazione, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei tabacchi.
L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +6,3%, così come quella al netto dei soli beni energetici, che si attesta a +6,4%.
Si attenua la crescita su base annua dei prezzi dei beni, mentre si accentua di poco quella relativa ai servizi, portando il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni a -5,2 punti percentuali, da -8 di febbraio.
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una seppur lieve decelerazione in termini tendenziali, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto mostrano una più cospicua frenata.
La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve al calo dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati sia regolamentati, solo in parte compensato dall’aumento dei prezzi degli alimentari non lavorati, dei servizi relativi ai trasporti, degli alimentari lavorati e dei tabacchi, dei beni semidurevoli, dei beni non durevoli, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei servizi relativi all’abitazione.
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5% per l’indice generale e a +4% per la componente di fondo.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,8% su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il NIC non tiene conto, e dell’8,1% su base annua; la stima preliminare era +8,2%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,4% su base mensile e un aumento del 7,4% su base annua.
Nel primo trimestre 2023 l’impatto dell’inflazione, misurata dall’IPCA, è più ampio sulle famiglie con minore capacità di spesa rispetto a quelle con livelli di spesa più elevati.