Electrolux e Rave Review firmano una collezione per ispirare le persone a prendersi cura dei capi e farli durare più a lungo
Complessivamente, circa il 73% di tutti i rifiuti tessili finisce in discarica o viene incenerito. Il deserto di Atacama in Cile, sede del secondo cimitero di abbigliamento più grande al mondo, si è recentemente trasformato in un simbolo dell’abuso del fast fashion e del conseguente aumento dei rifiuti tessili. Secondo l’UNECE, ogni anno 21 miliardi di tonnellate di vestiti finiscono in discarica: nel solo deserto di Atacama ne vengono abbandonate annualmente circa 39.000 tonnellate.
“Il fast fashion crea senz’altro problemi, ma è evidente che dobbiamo cambiare il modo in cui ci prendiamo cura e utilizziamo i nostri abiti. Sappiamo dalla ricerca che prolungare la vita dei capi di soli nove mesi può ridurre la produzione di rifiuti del 20-30%, oltre a diminuire le emissioni di carbonio e l’impronta idrica. Ci sono diversi modi per farlo: riparare o riciclare vecchi abiti, ma anche arieggiarli, rinfrescarli con il vapore o lavarli in modo più sostenibile”, ha dichiarato Vanessa Butani, VP Group Sustainability di Electrolux.
Electrolux ha quindi stretto una collaborazione con il duo di designer Rave Review, noto per le sue collezioni di alta moda colorate e up-cycled, con una missione: dare nuova vita agli abiti dismessi recuperati dal cimitero degli indumenti di Atacama. Il risultato è la prima collezione up-cycled al mondo da Atacama. L’ambizione del progetto è quella di puntare i riflettori sul crescente problema dei rifiuti prodotti dall’industria della moda, dando vita a un esempio che sia di ispirazione, per innescare un cambiamento nel comportamento dei consumatori.
“Abbiamo sempre creduto che nel futuro la moda non potrà esistere così com’è oggi. Ritengo che tutti noi, in qualche modo, dobbiamo cambiare: prenderci cura di ciò che abbiamo già è probabilmente la via più tangibile e semplice per farlo”, ha dichiarato Livia Schück, co-fondatrice e direttrice creativa di Rave Review.
L’obiettivo di Electrolux è far durare gli indumenti il doppio e dimezzare entro il 2030 l’impatto ambientale causato dalla cura del bucato: un traguardo possibile migliorando di continuo le tecnologie per trattare ogni tipo di tessuto e incoraggiando ad abitudini di lavaggio più sostenibili.
“Electrolux porta avanti una strategia a lungo termine finalizzata a diminuire in modo significativo l’impatto climatico del Gruppo. In qualità di esperti nella cura dei capi, stiamo già sviluppando tecnologie innovative per il lavaggio che allungano la vita degli abiti che indossiamo, riducendo sia l’utilizzo di acqua che quello di energia. Come azienda, tuttavia, non possiamo essere gli unici a fornire una soluzione. Speriamo di poter ispirare ed educare i consumatori sui modi per far durare più a lungo i capi che già possiedono: vogliamo fare tutto il possibile per contribuire a questo cambiamento”, ha dichiarato Elisa Stabon, Care Experience Development Director di Electrolux.
La ricerca dimostra quanto sia impellente la necessità di aiutare le persone a trattare al meglio i propri indumenti e incoraggiarle ad adottare abitudini più sostenibili, come ad esempio lavare meno e a temperature più basse, rinfrescare i capi con il vapore senza sottoporli a un lavaggio completo e utilizzare la lavatrice a pieno carico.
“Se tutti operassero un piccolo cambiamento per rompere i propri schemi, ognuno di noi potrebbe contribuire a ridurre l’impatto ambientale dei prodotti tessili. Abbassare la temperatura di lavaggio e passare dal detersivo in polvere a quello liquido potrebbe significare risparmiare l’equivalente di 50 Kg di CO2 all’anno per ogni elettrodomestico: se milioni di consumatori seguissero lo stesso esempio, l’impatto sarebbe davvero significativo”, ha concluso Vanessa Butani.