Diffuso l’Osservatorio sulle Comunicazioni dell’ultimo trimestre dello scorso anno
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha diffuso nella giornata odierna i dati dell’Osservatorio sulle Comunicazioni relativamente all’ultimo trimestre dello scorso anno.
Nella rete fissa gli accessi complessivi sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto al trimestre precedente, ma in crescita di circa 220mila unità su base annuale.
Negli ultimi dodici mesi è da segnalare come le tradizionali linee in rame si siano ridotte di quasi 1,7 milioni, mentre le linee che utilizzano altre tecnologie, nel corso del 2021, sono aumentate di oltre 2,1 milioni.
Pertanto, se nel dicembre 2017 il 72,1% degli accessi alla rete fissa era in rame, dopo quattro anni gli accessi in rame sono scesi al 27,1%.
Allo stesso tempo sono sensibilmente aumentati gli accessi con tecnologie che consentono prestazioni maggiormente avanzate: le linee FTTC sono aumentate di 950mila su base annua e di 6,1 milioni nell’intero periodo; corrispondentemente, gli accessi FTTH sono cresciuti di circa 800mila unità e, a fine dicembre, superavano i 2,4 milioni. In crescita, anche se in misura più attenuata, risultano anche le linee Fixed Wireless Access che, con un incremento di 165mila unità nell’anno, hanno raggiunto 1,7 milioni.
Le linee broadband complessive, a fine dicembre 2021, sfiorano i 18,7 milioni e di queste poco meno dell’85% è attribuibile alla clientela
residenziale.
Le dinamiche sopra illustrate si traducono in un notevole aumento delle prestazioni in termini di velocità di connessione commercializzate: le linee con velocità pari o superiori ai 30 Mbit/s hanno raggiunto il 77% delle complessive linee broadband e, corrispondentemente, il peso di quelle con
prestazioni superiori ai 100 Mbit/s è salito, tra il dicembre 2017 e quello ultimo scorso, dal 20% al 61,6%.
La crescente capacità trasmissiva della rete si riflette ovviamente anche sull’andamento dei volumi di traffico: il traffico dati medio giornaliero nel 2021 è aumentato del 19,3% rispetto al corrispondente valore del 2020 e, con riguardo al periodo pre-Covid, del 78,7% rispetto al 2019.
Corrispondentemente, i dati unitari di consumo mostrano un aumento
valutabile nel 14,9% sul 2020 e del 67,3% nei confronti del 2019.
Il quadro competitivo degli accessi broadband e ultra-broadband, a fine dicembre, vede Tim quale maggiore operatore con il 41,4%, seguito da Vodafone con il 16,7%, Fastweb con il 14,7% e WindTre con il 14,1%.
Nel segmento della rete mobile, a fine dicembre 2021 le sim complessive hanno raggiunto i 106,2 milioni: nello specifico, le sim M2M sono cresciute per poco più di 1,7 milioni, mentre quelle “Human” sono anch’esse aumentate superando 78 milioni di sim.
Le linee “human” per l’87% sono rappresentate dall’utenza residenziale; con riferimento alla tipologia di contratto, nell’88,7% dei casi si tratta di contratti attribuibili alla categoria “prepagata”.
Con riferimento alle linee complessive Tim risulta market leader con il 28,7%, seguita da Vodafone e Wind Tre, mentre Iliad raggiunge l’8%.
Considerando il solo segmento delle sim “human”, Wind Tre rimane il principale operatore con il 26,5%, seguito da Tim con il 25,5% e Vodafone con il 23,1%, mentre Iliad, con una crescita di 1,6 punti percentuali su base annua, ha raggiunto il 10,9%.
Prosegue la crescita dell’utilizzo della larga banda mobile: il consumo medio unitario giornaliero didati per sim “human” nel 2021 è stimabile in circa 0,35 GB, in crescita del 33% rispetto al 2020.
Analizzando i dati di utilizzo delle piattaforme online, nel mese di dicembre 2021, 44,6 milioni di utenti unici hanno navigato in rete per un totale di poco superiore a 59 ore di navigazione, in media, a persona. Ai primi posti della graduatoria si confermano l’insieme di siti web e applicazioni che
hanno a riferimento i big player internazionali, seguiti da quelli relativi ad alcuni tra i principali gruppi editoriali nazionali.
Con riferimento all’andamento delle audience dei siti e applicazioni di informazione generalista, il 2021, con 38,3 milioni di utenti unici, ha registrato un leggero incremento rispetto al corrispondente valore del 2020, va peraltro evidenziato come l’attenuazione dell’emergenza pandemica
possa aver contribuito alla flessione osservabile nell’ultima parte dell’anno. A partire dal mese di ottobre i livelli di audience complessiva del 2020 risultano in effetti sempre superiori a quelli, corrispondenti, del 2021.
L’analisi della dinamica delle piattaforme online di e-commerce nell’ultimo trimestre dell’anno 2021 mostra, sul corrispondente valore del 2020, una flessione degli utenti unici. Relativamente al solo mese di dicembre 2021 gli utenti unici si sono ridotti complessivamente di 1,88 milioni rispetto
al dicembre 2020.
Al primo posto si collocano i siti e le applicazioni di e-commerce di proprietà di Amazon in flessione di 1,8 milioni di visitatori seguiti da quelli di Ebay che registrano una contrazione pari a 2,8 milioni di utenti unici, e da Subito.it, in flessione di 0,7 milioni di utenti.
Con riferimento all’andamento degli utenti unici delle piattaforme di contenuti audiovisivi a pagamento online, a differenza delle dinamiche sopra illustrate, l’allentamento delle misure per combattere la pandemia non ha attenuato la propensione degli utenti a navigare su queste piattaforme; è anzi da rimarcare come, a partire dal mese di agosto, i dati mensili del 2021 risultino costantemente superiori a quelli corrispondentemente registrati nel 2020 mentre, in media all’anno, gli utenti unici sono cresciuti di circa 600mila unità.
Si evidenzia, inoltre, come nel 2021 l’andamento del tempo di navigazione sui principali siti di streaming video a pagamento sia stato mediamente pari a circa 44,2 milioni di ore mensili, in crescita del 4,5% rispetto al 2020 e del 29,0% rispetto al 2019. Ciò si traduce, per l’intero anno 2021, con riferimento al numero di ore di navigazione in complessive 531 milioni di ore.
Tali dati sembrano testimoniare come la fruizione di contenuti video online a pagamento stia entrando in modo strutturale nelle abitudini di consumo delle famiglie italiane.