Il 71% dei dipendenti preferisce lavorare da qualsiasi luogo piuttosto che ricevere una promozione
Ivanti presenta i risultati del sondaggio annuale Everywhere Workplace che ha coinvolto esperti globali sul tema “Il futuro del lavoro“, intervistando oltre 6.100 impiegati e professionisti IT per rilevare le valutazioni dei dipendenti sui mesi passati, sul presente e sul futuro del lavoro. Il report ha svelato come le priorità dei dipendenti stiano continuando a cambiare con il 71% degli intervistati che preferirebbe lavorare da qualsiasi luogo piuttosto che ricevere una promozione. Nonostante la crescente diffusione del lavoro da remoto, il 10% degli intervistati riscontra un effetto negativo sulla propria condizione di salute.
Il 70% delle donne che lavorano nell’IT hanno segnalato di aver riscontrato effetti negativi, a livello psicologico, legati al lavoro da remoto, contro il 30% degli uomini, appartenenti allo stesso settore. In aggiunta, molti dipendenti avvertono la perdita di contatto interpersonale con i propri colleghi, aggiungendo di lavorare più ore rispetto a quando erano in ufficio. Il report ha anche mostrato un ulteriore divario di genere: il 56% delle donne intervistate ha affermato come il lavoro da remoto abbia influenzato negativamente la loro salute mentale, rispetto al 44% degli uomini. Mentre il 52% delle donne riferisce di aver perso il contatto interpersonale con i colleghi, rispetto al 47% degli uomini.
“La ricerca di Ivanti mostra come il lavoro a distanza, sia per gli impiegati che per i professionisti IT varia in base al genere. All’interno di questa cultura digital-first, molti uomini affermano di essere stati dimenticati per una promozione. Le donne invece, nonostante prevedano di lavorare più a lungo, hanno beneficiato maggiormente della flessibilità che contraddistingue questa nuova modalità di lavoro. Questo cambiamento nell’esperienza dei dipendenti non può essere ignorato. I datori di lavoro devono rispondere adottando una tecnologia che faciliti la collaborazione e riduca le disparità di esperienza tra generi. Tutto questo è possibile considerando il contributo dei dipendenti in ogni implementazione tecnologica”, ha affermato Meghan M. Biro, fondatore e CEO di Talent Culture.
Guardando ai potenziali modelli di lavoro futuri, la ricerca evidenzia che il 42% dei dipendenti preferisce modalità di lavoro ibride. Il 30% dei medesimi opta invece per lavorare da casa in modo permanente, dimostrando la volontà di interagire nuovamente con i propri colleghi. Nonostante i diversi benefici legati al lavoro da remoto, tra i quali il risparmio di tempo negli spostamenti, un migliore equilibrio tra vita privata e professionale e un orario di lavoro più flessibile, si sono verificati alcuni svantaggi. Infatti, il 49% degli intervistati afferma di essere stato influenzato negativamente dal lavoro a distanza a causa di una scarsa interazione con i colleghi, della mancanza di collaborazione e comunicazion, del rischio di rumore di fondo e di alcune distrazioni.
“La pandemia ha introdotto un cambiamento enorme nelle modalità e nei luoghi di lavoro “ha affermato Jeff Abbott, CEO di Ivanti. “L’elemento vantaggioso è certamente nella progressiva implementazione dell’automazione per attività e compiti quotidiani. In questo modo le aziende possono ottimizzare l’equilibrio tra vita-lavoro dei propri team IT e di sicurezza, prevenendo le violazioni dei dati e migliorando le esperienze dei dipendenti. La piattaforma Ivanti Neurons ad esempio permette ai reparti IT di ridurre la complessità, anticipare eventuali minacce, ridurre le interruzioni non pianificate e risolvere i problemi degli endpoint prima che vengano segnalati dai dipendenti.”
A fronte di ambienti di lavoro sempre più complessi, l’automazione assumerà un ruolo centrale. Di fatti, il 15% degli intervistati preferirebbe lavorare da qualsiasi luogo. È interessante notare che il 22% degli intervistati è diventato un “nomade digitale”, il 18% sta valutando di diventarlo contro il 13% che vorrebbe lavorare permanentemente in ufficio.
La ricerca ha anche rilevato che poco meno di un quarto degli intervistati ha lasciato il proprio lavoro nell’ultimo anno mentre il 28% sta pensando di cambiare nei prossimi sei mesi. Analizzando gli intervistati tra i 25 e i 34 anni, la percentuale di individui che intende lasciare il proprio lavoro nei prossimi sei mesi è aumentata al 36%. Le policy di ritorno in ufficio sono determinanti nella scelta di rassegnare le dimissioni. Quasi un quarto degli intervistati ha dichiarato che lascerebbe la propria azienda se il proprio datore di lavoro richiedesse di tornare a lavorare a tempo pieno in ufficio.
“I dipendenti hanno a disposizione molteplici opzioni: possono spostarsi ovunque e lavorare per chiunque”, ha affermato Biro. “Questo significa che per trattenere i propri talenti le aziende devono implementare tecnologie in grado di semplificare e rendere piacevole il lavoro di tutti “.
“Per riuscire a trattenere i talenti è indispensabile sviluppare una cultura vincente, diversa e inclusiva dove ogni individuo viene rispettato, e la mission e i valori di un’azienda sono presenti in tutti i livelli”, ha aggiunto Abbott. “Ad oggi le persone desiderano lavorare per aziende che fanno la differenza. Le aziende devono dimostrare che sono in grado di produrre valore globale e non solo profitti, prioritizzando anche il giusto equilibrio tra vita privata e lavoro”.
Guardando al futuro, il 26% degli intervistati si augura che l’IT fornisca nuovo hardware come PC portatili, desktop e dispositivi mobili nel 2022, e il 26% richiede una modernizzazione del service desk. Tra i team IT, quest’ultimo aspetto raggiunge il 32%. Considerando l’aumento dei volumi delle richieste ai service desk durante la pandemia, gli alti costi operativi e una ridotta produttività dei dipendenti, questo non dovrebbe sorprendere.