Il Consiglio di Amministrazione di Open Fiber ha approvato il Bilancio d’esercizio e la Relazione finanziaria annuale 2021. La società controllata al 60% dal Cdp e al 40% da Macquarie ha concluso il quinto anno di operatività con oltre 13,5 milioni di unità immobiliari coperte, confermandosi tra gli operatori leader della fibra FTTH in Europa.

Il Bilancio 2021 mostra numeri in crescita, sia sul fronte dei ricavi sia per quanto riguarda la marginalità. I ricavi ammontano, infatti, a circa 380 milioni di euro, in aumento rispetto ai circa 261 milioni di fine 2020. L’EBITDA regista una crescita del 92%, dai circa 79 milioni di euro del 2020 a circa 152 milioni. Trend positivo anche per la marginalità, che sale dal 30% al 40%. La posizione finanziaria netta ammonta a -3,3 miliardi di euro, mentre gli investimenti effettuati nell’anno ammontano a oltre 1,3 miliardi di euro.

Con circa 1 miliardo di euro all’anno impegnato negli ultimi quattro anni, Open Fiber è tra le aziende leader in Italia per ammontare di investimenti effettuati. Per realizzare il progetto, l’azienda ha ottenuto da un pool di primarie banche italiane e internazionali un finanziamento da circa 7,2 miliardi di euro, estendibile per ulteriori 2,8 miliardi. Si tratta della più grande operazione di finanziamento per investimenti in reti TLC mai realizzata nell’area EMEA.

Il piano industriale di Open Fiber prevede la copertura di 24 milioni di unità immobiliari in tutte le Regioni d’Italia. Al 31 dicembre 2021, l’azienda ha aperto la commercializzazione dei servizi in 219 città grandi e medie (aree nere) e 3.230 comuni di piccole dimensioni.

A conferma della validità del modello di business wholesale only, sono circa 300 gli operatori nei settori delle TLC, del broadcasting, dell’energia e dell’e-learning che hanno scelto Open Fiber come principale fornitore di infrastrutture e servizi.

Il CdA ha inoltre approvato il Report di Sostenibilità 2021, il documento che per il secondo anno di pubblicazione descrive l’impegno di Open Fiber nel campo della sostenibilità, nelle sue varie accezioni, e l’aspirazione a contribuire all’innovazione tecnologica e alla creazione di valore condiviso sia attraverso il core business, sia attraverso le relazioni strategiche con i fornitori e i partner commerciali, le comunità, le università e i centri di ricerca e le istituzioni.   

“Open Fiber è un’azienda sostenibile per la natura intrinseca e gli impatti socio economici del suo business” ha commentato Mario Rossetti, Amministratore delegato di Open Fiber. “In un contesto globale complesso, grazie al sostegno dei soci e del sistema finanziario anche internazionale stiamo lavorando per completare un’infrastruttura chiave per famiglie e imprese. Siamo fortemente impegnati nel completare e velocizzare la copertura di tutto il Paese con una infrastruttura a banda ultra larga, dando priorità alle aree bianche dove il gap digitale si sconta maggiormente. Con questi obiettivi, al servizio del piano industriale recentemente approvato, metteremo in campo 11 miliardi di investimenti aggiuntivi”.

Dall’ingresso sul mercato di Open Fiber, nel 2017, l’Italia ha invertito la tendenza che l’aveva spinta verso il fondo delle classifiche continentali sul digitale dopo anni di bassi investimenti. Testimoni di questo risultato sono i documenti ufficiali di Unione Europea e Italia e i report prodotti da IDATE per conto di FTTH Council. La copertura FTTH dell’Italia è aumentata dal 30% al 34%, una crescita simile in linea alla media UE passata dal 37,5% al 42,5%. In particolare, con oltre 1,6 milioni di linee attivate sulla propria rete a settembre 2021, l’FTTH di Open Fiber costituiva oltre il 68% del mercato italiano.

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