Nel mese di gennaio, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registri un aumento dello 0,7% su base mensile e dello 0,4% su base annua; la stima preliminare era +0,2%.

L’inflazione torna positiva prevalentemente per l’attenuarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici, sia nella componente regolamentata sia in quella non regolamentata, e, in misura minore, per l’accelerazione di quelli dei Beni durevoli e per il calo meno ampio dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti.

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici sono entrambe in crescita a +0,8%, da +0,6% di dicembre.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici sia regolamentati sia non regolamentati, dei Beni durevoli e dei Beni alimentari.

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +0,6% per l’indice generale e a +0,3% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona decelerano da +0,6% a +0,4%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto attenuano la loro flessione da -0,3% a -0,1%.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo registra una diminuzione dello 0,9% su base mensile e un aumento dello 0,7% su base annua; la stima preliminare era +0,5%. La crescita tendenziale più marcata dell’IPCA rispetto a quella del NIC si deve ai prezzi di Abbigliamento e calzature che su base annua aumentano del 5,2%. L’avvio dei saldi invernali diversificato tra le regioni, a differenza dello scorso anno quando iniziarono tra il 4 e il 5 gennaio, produce infatti un calo congiunturale dei prezzi di Abbigliamento e calzature meno ampio di quello di gennaio 2020, che si riflette sulla dinamica tendenziale sia di questo raggruppamento merceologico sia dell’indice generale.

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