Secondo le stime preliminari, nel mese di gennaio l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dello 0,2% su base annua.

L’inflazione torna positiva prevalentemente per l’attenuarsi della flessione dei prezzi dei Beni energetici, sia nella componente regolamentata sia in quella non regolamentata, e, in misura minore per il calo meno pronunciato dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti.

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici accelerano lievemente rispettivamente a +0,7% e a +0,8%, entrambe da +0,6%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici sia regolamentati sia non regolamentati e dei Beni alimentari.

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +0,4% per l’indice generale e a +0,2% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano di poco, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto attenuano la loro flessione.

Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo registra una diminuzione su base mensile dell’1,1%, per effetto dei saldi invernali prevalentemente di Abbigliamento e calzature di cui l’indice NIC non tiene conto, e un aumento dello 0,5% su base annua.

La crescita tendenziale più marcata dell’IPCA rispetto a quella del NIC si deve ai prezzi di Abbigliamento e calzature che su base annua aumentano del 4,9%. L’avvio dei saldi invernali diversificato tra le regioni, a differenza dello scorso anno quando iniziarono tra il 4 e il 5 gennaio, produce infatti un calo congiunturale dei prezzi di Abbigliamento e calzature meno ampio di quello di gennaio 2020, che si riflette sulla dinamica tendenziale sia di questo raggruppamento merceologico sia dell’indice generale.

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