Alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, dei vertici di Terna e delle Autorità Locali, mercoledì 14 ottobre è stata inaugurata la nuova linea elettrica che collega l’isola di Capri alla penisola. Un’opera storica per il Mezzogiorno e per il Paese, nata a fronte di un investimento di 150 milioni di euro da parte di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione.

La nuova linea elettrica che collega Capri alla terraferma è un progetto all’avanguardia, che consente di fornire all’Isola energia da fonti rinnovabili e azzerare le emissioni inquinanti incrementando al tempo stesso la sicurezza dell’isola. La stazione Terna, progettata da Frigerio Design Group è in grado di garantire notevoli benefici in termini di sicurezza, continuità, qualità e stabilità dell’alimentazione del servizio elettrico dell’isola: un esempio unico, a livello mondiale, di progettazione innovativa delle infrastrutture elettriche.

“L’opera che inauguriamo oggi ha una rilevanza storica in quanto rende più sicura da un punto di vista elettrico e con meno emissioni inquinanti un’isola come quella di Capri, simbolo di bellezza naturale riconosciuto in tutto il mondo. Il progetto ha visto la proficua collaborazione fra pubblico e privato e testimonia il ruolo fondamentale di Terna nella transizione energetica. I nostri investimenti per rendere il sistema ancora più affidabile, efficiente e green possono concretamente contribuire alla ripresa economica del Paese”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, Stefano Donnarumma.

La nuova linea elettrica sottomarina ‘Capri-Sorrento’ realizzata da Terna è lunga 19 km e completa l’anello elettrico da 160 MW di capacità il cui primo tratto tra l’isola e Torre Annunziata è stato completato nel 2017.

Il nuovo elettrodotto, del tutto ‘invisibile’ in quanto interamente sottomarino e interrato, garantirà una maggiore qualità, affidabilità ed efficienza al servizio elettrico locale, con notevoli benefici per la collettività: sia ambientali, legati all’approvvigionamento di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili proveniente dalla terraferma e alla dismissione della centrale a gasolio presente sull’isola; sia economici. Grazie al nuovo collegamento, infatti, Capri entra a far parte a tutti gli effetti della rete elettrica nazionale, con risparmi per la collettività e il sistema elettrico stimati in circa 20 milioni di euro l’anno e una riduzione di 130 mila tonnellate annue di CO2.

All’entrata in esercizio della linea ‘Capri-Sorrento’ è inoltre legato il progetto di riassetto della rete elettrica nella penisola Sorrentina, che consentirà a Terna di smantellare quasi 60 km di vecchie linee aeree ormai obsolete, liberando territorio pregiato in un’area ad alta vocazione imprenditoriale.

In linea con la sempre maggiore attenzione di Terna all’ambiente, l’opera è stata realizzata impiegando tecnologie con minimo impatto ambientale: la posa dei cavi sottomarini, a una profondità di oltre 100 metri, è stata eseguita con particolari accortezze ingegneristiche che hanno consentito di limitare le interferenze con gli ecosistemi marini e conservare le praterie di posidonia oceanica presenti lungo la costa, lasciando inalterati gli habitat e garantendo al contempo la protezione del collegamento elettrico. In accordo con il Ministero dell’Ambiente, Terna eseguirà inoltre un monitoraggio ambientale continuo anche dopo il completamento dell’opera, mettendo i dati e le analisi effettuate a disposizione delle istituzioni.

I lavori per realizzare le fondazioni della stazione elettrica di Sorrento hanno inoltre consentito di rinvenire una necropoli romana composta da 49 tombe distribuite su tre livelli. La scoperta è stata ritenuta di particolare interesse dalla Sovrintendenza ai Beni Ambientali, che ha apprezzato la cura e l’attenzione con cui Terna ha condotto le operazioni di messa in luce.

Terna, infine, in collaborazione con la direzione del Polo Museale della Campania e grazie a una convenzione con il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, illuminerà artisticamente la storica Villa Jovis, dimora dell’imperatore romano Tiberio Giulio Cesare Augusto situata sul promontorio orientale dell’isola a 334 metri sul livello del mare, dando nuova luce a un reperto archeologico della massima rilevanza storica.

A firmare il progetto architettonico della stazione elettrica è Frigerio Design Group, vincitore del concorso internazionale a procedura ristretta indetto nel 2015 da Terna. La stazione elettrica è un’architettura industriale pensata per integrarsi nel contesto, farsi segno di un rapporto armonioso tra tessuto urbano e natura.

Nel definire la stazione elettrica di Capri, costruita su un’area di circa 2.700 metri quadrati, l’architetto Enrico Frigerio ha sviluppato una linguistica progettuale basata su geometria, verde e luce, per rendere la stazione un elemento discreto, elegantemente inserito in un contesto naturale senza eguali. Punto di incontro e ricucitura, l’architettura dà al territorio anche un nuovo simbolo, espressione di una sensibilità contemporanea.

Un edificio industriale sviluppato a partire dalle specificità del luogo, che si inserisce nel contesto naturale con un senso di ritrovata armonia. La matrice naturale di Capri, i suoi gradoni calcarei, la vegetazione mediterranea e gli elementi che caratterizzano il luogo, sono stati l’ispirazione per il progetto architettonico sviluppato da Frigerio Design Group.

L’edificio dialoga con il contesto ponendosi come segno del rinnovato rapporto tra costruito e ambiente, lontano dal perenne conflitto tra i due. Materiali, geometrie e dettagli conservano la stessa ricchezza e vibrazione di luce dello scenario naturale. L’orografia del terreno determina la planimetria della stazione elettrica: i gradoni calcarei che salgono dalla Marina Grande diventano muri di contenimento o edifici, mentre la vegetazione mitiga i volumi e l’impatto visivo, occupando in modo spontaneo gli spazi vuoti.

Le cromie tipiche del paesaggio caprese vengono riproposte nelle facciate dell’edificio, quasi a renderlo una ulteriore declinazione del naturale. Il carattere industriale dell’architettura si esprime nella forte qualità dei materiali e dei dettagli, arricchiti con particolari di finitura e montaggio. Tenendo conto delle condizioni ambientali particolarmente aggressive sono state definite soluzioni in grado di azzerare le manutenzioni.

Giochi di pieni e vuoto danno vita a effetti percettivi dinamici che contribuiscono alla mitigazione visiva dell’architettura e a creare una relazione con la specificità del luogo, rendendo l’architettura uno spazio di cerniera tra il tessuto urbano diffuso e la natura. La finitura architettonica del complesso si compone di vari elementi geometrici, ottenuti a partire da un’astrazione formale trapezoidale di base, che creano nell’insieme composizioni variabili e vibranti.

Seconda matrice naturale a cui si ispira il progetto, il verde si insinua tra i volumi occupando gli spazi vuoti, distribuendosi in modo spontaneo proprio come nelle aree circostanti il lotto e nelle pareti calcaree dell’isola. La vegetazione è quella tipica locale, con arbusti e piante sempreverdi a garantire l’effetto di mitigazione costante nell’arco dell’anno e ridurre gli interventi di manutenzione. Il progetto del verde è stato pensato per azzerare le manutenzioni e ottenere, dopo un primo periodo di assestamento, una crescita autonoma.

Il progetto illuminotecnico è stato sviluppato nel pieno rispetto della condizione paesaggistica e riducendo al minimo l’impatto sull’inquinamento luminoso. I corpi illuminanti, con parabole del tipo cut-off, sono stati posizionati con l’obiettivo di nascondere la sorgente luminosa, adottando tecnologia LED per ridurre consumi e manutenzione. Tra il parapetto e i muri è stata scelta una illuminazione scenografica che evidenzia verso l’alto le lamiere forate e verso il basso i muri, rendendo suggestiva anche la visione notturna della stazione.

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